Il ricordo di un amico perso nel terrore di Saddam
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Il rovesciamento del regime di Saddam Hussein in Iraq ha liberato un torrente di ricordi repressi, racconti di torture, sparizioni ed esecuzioni sbrigative. Iracheni in ricerca di parenti e amici dispersi da molto tempo hanno invaso diverse prigioni per poi scoprire cimiteri clandestini e dozzine di tombe comuni.
Alcune famiglie sono riuscite a identificare e disseppellire il corpo di una persona amata rubata via da loro molti anni prima. Ma la maggior parte dei morti rimane inidentificabile, incluso il mio amico fotografo Gad Gross.
Gross è stato ucciso nelle vicinanze di Kirkuk nel 1991 mentre seguiva l’insurrezione kurda, incoraggiata dall’amministrazione Bush, durante e dopo la guerra del Golfo. Ora che il governo di Saddam non controlla più il paese, molti iracheni avranno probabilmente la possibilità di recuperare i resti delle persone che sono scomparse da tanti anni. Con “ottimismo” ora si comincia a sperare che anche i resti di Gad saranno ritrovati e verranno identificati.
Gross, lo vidi l’ultima volta il 28 marzo 1991, ai confini del Kirkuk.
Eravamo in quattro, tre giovani giornalisti occidentali e un giovane guerrigliero kurdo, Bakhtiar Abdel Rahman, la nostra guida. Kirkuk è caduta sotto l’attacco delle forze di Saddam in sette ore. Con un kalashnikov sulle spalle e una pistola appesa nella cinta, Bakhtiar ha guidato Gad, che portava con sé alcune macchine fotografiche, verso alcune case nella vicinanza sotto un pesante bombardamento, mentre io ed un fotografo francese, Alain Buu, siamo saltati dentro una fossa.
Soldati iracheni si accamparono durante tutta la notte intorno a noi. Le loro mitragliatrici spararono su un campo che durante il giorno precedente era occupato da centinaia di kurdi che lasciavano la città, la maggior parte donne, portando con sé i bambini. Poco dopo l’alba, io e Alain abbiamo avvertito un trambusto proveniente dalle case in vicinanza, sembrava che i soldati iracheni stessero catturando delle persone. Dopo alcuni minuti, abbiamo sentito il colpo di un fucile, seguito da un lungo e stordente urlo, placato da un ulteriore colpo.
Aguzzando lo sguardo oltre la fossa, io ed Alain abbiamo osservano alcuni soldati iracheni lasciare la scena, uno dei soldati teneva sulle sue spalle la borsa blu di una delle macchine fotografiche di Gad. Abbiamo continuato a nasconderci fino a quando, un’ora dopo, un soldato ha avvistato Alain, che alzandosi si arrese. Gli iracheni sembravano pronti a sparaci, fino a quando un ufficiale, appena arrivato sulla scena, non è intervenuto.
L’ufficiale vestendo la divisa del partito in commando, Ba’ath, ordinò ai soldati di accompagnarci verso un altro ufficiale iracheno, un capitano delle Forze Speciali, che ci ha ricevuti con parole infuriate: “Il vostro amico si è suicidato. Sapete perché? Perché aveva una pistola.” Io non so se Bakhtiar avesse dato la sua pistola a Gad, quello che so è che accanto al capitano c’era la borsa della macchina fotografica di Gad. Appeso ad esso c’era il suo tesserino stampa, macchiato di sangue.
Le forze irachene hanno rilasciato me ed Alain dopo 18 giorni. Ma i resti di Bakhtiar e di Gad non sono mai stati ritrovati. Gad, come me, era figlio unico. Sua madre, Edith Gross, è una pittrice di etnia germanica nata in Romania, immigrata poi nella Germania occidentale quando suo figlio era ancora adolescente.
Non erano stati benvenuti da alcuni vicini tedeschi, i quali li denigravano per le radici straniere. Gad decise di iscriversi come studente di scambio in una scuola superiore americana e ottenne più tardi una borsa di studio integrale per studiare ad Harvard.
Ritornò in Europa dopo la laurea, e le sue foto dei bambini rumeni che morivano di AIDS arrivarono in prima pagina sul Newsweek. Subito dopo averlo conosciuto, vinse il premio Missouri Award of Excellence per una sua foto di due soldati rumeni seduti su una statua caduta di Lenin.
A quel punto Gad stava organizzando i suoi prossimi passi. Aveva presentato domanda per iscriversi al corso di giurisprudenza dell’università di Yale mentre era in Giordania, aveva intenzione di studiare la protezione dei diritti umani. Ma non è sopravissuto per sapere che era stato accettato nella scuola.
La Germania non riconoscerà la morte di Gad senza il suo corpo, mantenendo Edith senza alcun beneficio. Lei vorrebbe seppellire i suoi resti vicino alla sua casa di Colonia. Con tante tombe comuni in Iraq, non sarà facile ritrovare i resti di Gad.
© 2003 International Herald Tribune 2003